Un piccolo gioiello arroccato sulla Valle dell'Asinaro
Noto è una deliziosa cittadina barocca che ti sorprenderà per la raffinatezza delle forme e l’eleganza dei decori plasmati nella bianca pietra calcarea siracusana, venata di rosa dallo scorrere dei secoli. Ti apparirà come un vivace tripudio di volute, colonne e ghirlande che abbelliscono le facciate di palazzi nobiliari, chiese e conventi: un perfetto equilibrio di perizia e fantasia.
Ti consigliamo di visitarla al calare del sole per essere colti dalla magia che si genera quando sopraggiunge la sera: in questo momento del giorno gli edifici, illuminati da luci artificiali, acquistano volume rivelando curiosi dettagli che sfuggono alla levigante luce del giorno. Noto vi racconteranno la storia di una società resiliente che ha saputo superare la tragedia con una potente rinascita tesa verso il progresso. Definita dal Re Ferdinando il Cattolico urbs ingegnosa, è una città culturalmente ricca e ospita mostre di richiamo internazionale delle quali potrai approfittare durante le tue passeggiate nella Capitale del Barocco.
La Capitale del Val di Noto | Una storia antichissima
Il fianco del colle Alveria, area limitrofa a quella attualmente occupata da Noto, è stata popolata sin dalla preistoria: nella zona di Castelluccio è stato ritrovato l’olio più antico del mondo, risalente a 4000 anni fa! L’altura dell’Alveria sfuggì a lungo alla colonizzazione dei greci di Siracusa e rimase per molto tempo roccaforte sicula, difesa strenuamente anche dal leggendario condottiero Ducezio. Conquistata dai Siracusani intorno al 450 a.C., fu chiamata Neton in greco e poi Netum quando divenne romana dopo la conquista del 213 a.C.
Noto seguì le stesse vicende storiche del resto della Sicilia: dopo la caduta dell'Impero Romano d’Oriente fu vittima di incursioni barbariche anche se la posizione arroccata sul colle garantiva una postazione più difendibile. Fu conquistata prima dai Bizantini e poi dagli Arabi che le conferirono un ruolo di prestigio eleggendola Capitale del Val di Noto – una delle tre regioni amministrative in cui avevano suddiviso la Sicilia, insieme al Val Demone e al Val Di Mazara.
Noto fu poi sotto i Normanni, gli Svevi e gli Angioini, per poi passere sotto gli Aragonesi e gli Spagnoli dall’età di Carlo V, fino ai Borboni sotto i quali visse un lungo periodo di prestigio e di favore da parte dei regnanti, al punto che fu eletta Capoluogo. Infine, divenne parte del Regno d'Italia con la conquistata unità nazionale e perse nuovamente il titolo di Capoluogo di Provincia a vantaggio di Siracusa nel 1866.
Prima e dopo il terremoto del 1693 | La città che nacque due volte
Nel 1693, la storia di Noto subisce una drammatica cesura a causa del disastroso terremoto che devastò tutta l’area del Val Di Noto e colpì così duramente la città che fu necessaria una sua totale ricostruzione. Inizialmente, si pensò di riedificarla sulle antiche macerie, caratterizzate da un impianto medievale con strade strette e tortuose ed edifici aggettanti, ma poi architetti e ingegneri illuminati progettarono una nuova costruzione secondo criteri antisismici per scongiurare il pericolo di un nuovo disastro naturale.
Un po' più a valle rispetto al sito originario, sul colle del Meti, Noto fu ricostruita con ampie strade, vie di fuga e spaziose piazze che fungono da punto di raccolta. Gli architetti che progettarono la nuova città vollero che le sue strade principali fossero sempre baciate dal sole, per questo fissarono per esse un orientamento secondo l’asse Ovest-Est. Realizzarono un impianto urbano moderno, organizzato secondo assi stradali ortogonali, elegantemente vestito da straordinari architetti come Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Francesco Paolo Labisi che sperimentarono tutte le forme del barocco creando un capolavoro architettonico, un vero e proprio museo a cielo aperto, un giardino di pietra come la definì lo storico dell’arte Cesare Brandi nel secolo passato.
La Porta Reale | Concreta memoria di un passato glorioso
Giunti a Noto, attraverserete un ampio piazzale alberato con spazi verdi di aiuole, busti marmorei di illustri personaggi della Sicilia orientale e costellato da deliziosi chioschetti in stile liberty. Procedendo alla vostra sinistra, vi dirigerete verso il viale principale, Corso Vittorio Emanuele. Vi darà il benvenuto un immenso arco trionfale, la Porta Ferdinandea, un arco trionfale realizzato nel 1840 in occasione della visita di Re Ferdinando II di Borbone e accompagnato dalla regina Maria Teresa D'Asburgo, per rendere omaggio ai netini che si erano mostrati fedeli alla Corona Borbonica astenendosi ai moti insurrezionali antiborbonici del 1837. In segno di riconoscenza, il Re elesse Noto Capoluogo di Provincia strappando così il titolo a Siracusa
La porta Ferdinandea, bianca e imponente, esprime concretamente la fedeltà e la sottomissione alla corona borbonica: reca sulla sommità la statua di un pellicano, simbolo di abnegazione; ai lati, invece, vi sono posti un cane, simbolo di fedeltà alla monarchia, ed una torre, simbolo di forza d'’animo. Il cane raffigurato non è stato scelto in modo casuale, bensì si tratta di un Cirneco dell’Etna, razza particolare e primitiva, autoctona della Sicilia e presente da migliaia di anni, particolarmente affettuoso e fedele al padrone. Ti regaliamo una curiosità: recentemente, il Cirneco è stato dichiarato eredità immateriale della Sicilia.
Il Corso | Un crescendo di meraviglia in progressione lineare
Farai il tuo ingresso trionfale oltrepassando la Porta di Re Ferdinando e percorrerai il Corso Vittorio Emanuele che intorno agli anni ‘70 dell'Ottocento si rese protagonista di un importante intervento per favorire il transito delle carrozze. Il piano stradale fu abbassato di alcuni metri e ciò rese necessario il riadattamento di alcuni edifici: furono realizzate rampe di scale integrative per accedere alla Chiesa Madre, alla chiesa di San Francesco e al Palazzo del Municipio e quest'operazione conferì maggiore slancio e imponenza agli edifici. In alcuni casi però comportò la necessità di creare aperture secondarie come nel caso della chiesa di Santa Chiara.
La variazione di quota fu tale che in alcuni casi è stato possibile realizzare un piano bottega dal quale oggi emergono invitanti negozietti di artigianato e di prelibatezze locali. Questo intervento di livellamento, in altri casi, ha generato anche sorprendenti effetti che sfiorano il bizzarro, come nel caso di una fontanella pubblica che in origine era all'altezza del piano stradale, ma che dopo l'intervento appare come una nicchia con mensola ad un'altezza di circa due metri. Se sei curioso e non vuoi perderla ti consigliamo di osservare il muro opposto alla chiesa di Santa Chiara: sarà una allegra sorpresa contornata da un incantevole pregio architettonico.
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San Francesco all'Immacolata ed il convento del SS. Salvatore | Una competizione di prestigiosa bellezza
Chiese e conventi esprimono il prestigio delle famiglie committenti e gareggiano in bellezza. Il tuo percorso ti condurrà attraverso un crescente senso di stupore, scoprendo la bellezza a ogni singolo passo. Non avere premura e gusta ogni particolare, ricordando di rivolgere lo sguardo in alto per scoprire quei dettagli che sfuggono a uno sguardo distratto e poco curioso.
Incontrerai per prima la Chiesa di San Francesco all'Immacolata e l’annesso convento. Si erge su un'alta scalinata che enfatizza l’elaborato prospetto con il suo bel portale con frontone ad arco spezzato, delimitato da due colonne con capitelli di ispirazione ionica e avvolte, nella parte inferiore, da un ricco bouquet floreale scolpito a bassorilievo. Guardando la chiesa, sulla destra troverete la bellissima statua in marmo raffigurante la Madonna del Carmelo che sembra darti il benvenuto in città.
Accanto, troverai il mastodontico ed elaboratissimo convento del Santissimo Salvatore, emblematico esempio del passaggio dal tardobarocco al neoclassicismo, con l’altissima torre campanaria che svetta verso l’alto con le sue ricamate logge sovrapposte, che culminano con un bellissimo terrazzo belvedere e un campanile con cuspide. Il prospetto è decorato da una infinita serie di finestre e abbellita da merletti in pietra e grate sporgenti, le gelosie, che servivano a nascondere ai passanti la vista delle monache di clausura. Il convento e la chiesa occupano uno spazio immenso: un intero isolato. La chiesa si affaccia sul fianco della cattedrale e si accede da un ampio sagrato che funge anche da terrazza sul corso Vittorio Emanuele. Ti consigliamo di non perdere l’occasione di affacciarti per spiare la vivacità serale di Noto dall’alto.
La chiesa di Santa Chiara | Clausura: donne potenti in gabbie dorate
Sulla destra, incontrerai la deliziosa chiesa di Santa Chiara, fondata inizialmente dalle monache di clausura appartenenti all'ordine di San Benedetto. Successivamente, dopo la metà dell'Ottocento, fu ceduta alle clarisse che la arricchirono con opere d'arte pertinenti la storia del loro ordine monastico. L'ingresso attuale della chiesa si trova sul fianco perché quello originario del progetto si è reso inagibile a seguito dell'intervento del piano stradale alla fine dell'Ottocento: troverai molto curioso scoprire che il portale di ingresso oggi appare come un balcone che si affaccia sul corso. L'esterno è molto sobrio e presenta una torre campanaria che funge anche da belvedere, conferendo slancio alla facciata. Tutto il prospetto è decorato da eleganti modanature e cherubini circondati da ghirlande di fiori e le finestre sono protette dagli sguardi indiscreti dei passanti da elaborate gelosie.
L'interno della chiesa è visitabile anche la sera, dunque non perdere l'occasione di apprezzare la graziosa aula ellittica la cui volta è sostenuta dalle statue raffiguranti i dodici apostoli e il delizioso atrio decorato da bellissimi affreschi settecenteschi che ricordano vicende legate a donne forti della storia, come Giuditta che uccide Oloferne o Ester che seduce il marito, il Re Persiano Assuero, per salvare il proprio popolo.
Visitando le chiese e i conventi di Noto sarete proiettati in una società in cui, per antica consuetudine, le secondogenite delle famiglie nobiliari non avevano diritto di sposarsi per non disperdere il patrimonio familiare, per questo erano costrette a diventare monache, il più delle volte di clausura. Le famiglie delle monache finanziavano il mantenimento di chiese e conventi traendone prestigio per loro stessi e per le proprie figlie.
Consigliamo di non perdere l'occasione di salire al campanile della chiesa dal quale si ha una veduta straordinaria della città di Noto. Lungo il percorso che conduce alla torre vedrete anche alcuni ambienti del convento che lasciano intuire l’isolamento forzato di quelle donne, potenti perché appartenenti a ricche famiglie ma separate da un mondo che scrutavano segretamente da elaborate grate in ferro battuto, le gelosie.
La Cattedrale e San Corrado | Il patrono di Noto
La Cattedrale di Noto, dedicata a San Nicola di Mira, è il fulcro della città ed è protagonista delle folcloristiche celebrazioni in onore di San Corrado, patrono di Noto, del quale custodisce le reliquie in una cassa argentea. Il legame dei netini con San Corrado è tale che, quando doveva essere deciso se ricostruire la città sulle macerie della vecchia o se farla rinascere altrove, venne acclamata a gran voce la frase «Ubi Conradus, ibi urbs» – volendo intendere che la città doveva essere edificata dove erano custodite le spoglie del Santo. Dopo che fu deciso dove edificare la Chiesa Madre e che di trasferire in questo luogo i resti mortali di San Corrado, la città nuova nacque realmente.
La Cattedrale si erge su una immensa scalinata che funge da palcoscenico, esaltando ed enfatizzando la maestosità di questa straordinaria architettura barocca, caratterizzata dalla sobrietà delle linee e l’armonica distribuzione simmetrica della torre campanaria e della torre dell’orologio sui lati. Le statue dei quattro Evangelisti protesi verso l’esterno invitano ad accostarsi e decorano la monumentale facciata che lascia intuire la grandiosità del suo interno.
Attualmente, sulle tre rampe delle scale sono esposte le gigantesche sculture bronzee di Igor Mitoraj, raffiguranti soggetti tratti dal mito classico che diventano simbolo del sentire umano. Si tratta di sculture volutamente frammentarie che ne lasciano intuire la piena interezza: attraverso il frammento, l’artista vuole creare suggestioni e impressioni che rimandano a concetti universali, lontani dal tempo e dallo spazio. Divertiti a scovare le finestrelle nelle statue contenenti busti o frammenti del soggetto rappresentato, in cui la miniatura si riproduce all’interno del soggetto in grande. In alcuni casi, l’artista ha realizzato delle finestre vuote, come dei fori, per invitare a spingere l’osservatore a guardare oltre lo spazio reale per scoprire nuovi concetti astratti, metafisici. Ti consigliamo di visitarle anche la notte, quando, calato il sole, si accendono le luci e indossano l’abito da sera che esalta le forme ed evidenzia i dettagli.
Palazzo Ducezio | Potere politico e potere religioso in perenne dialogo e confronto
La Cattedrale, simbolo del potere spirituale della città, fronteggia il Palazzo Ducezio, sede del Municipio e simbolo del potere temporale, in uno scenografico contrasto di forme e volumi che sembrano protendere l’uno verso l'altro. Dedicato al leggendario re siculo che difese la sua roccaforte dalla conquista greca, il Palazzo Ducezio vi sorprenderà con le alternate forme concave e convesse del prospetto, il cui profilo è seguito dal sinuoso portico retto da colonne di ispirazione ionica. La sua costruzione fu finanziata da Giacomo Nicolaci, Barone di Bonfalà, che fondò la sua fortuna economica sullo sfruttamento delle tonnare di Marzameni. Ti consigliamo di visitare il suo interno con la bellissima sala ovale di rappresentanza e gli arredi in stile Luigi XVI, gli stucchi e gli ori del soffitto e l'affresco di Antonio Mazza, rappresentante Re Ducezio che marca il luogo dove sorgerà l'antica Noto. Affacciarsi dalla terrazza che offre una visione privilegiata della facciata della Cattedrale sarà una esperienza indimenticabile.
Da Palazzo Nicolaci al Teatro Comunale | Sculture mostruosamente belle
Proseguendo la passeggiata, imbocca alla tua destra Via Corrado Nicolaci dove ogni anno è allestita la famosa infiorata di Noto, visitata da turisti provenienti da ogni parte del mondo. La via è dominata dal magnifico palazzo omonimo, il Palazzo Nicolaci. Sorprendente il prospetto decorato da mensole con sculture aggettanti di soggetti tratti dalla fantasia che nascondono significati allegorici: grifoni, cavalli alati, leoni alati, centauri, bambini e uomini barbuti, sapientemente plasmati da abili scalpellini, che si affacciano sorridendo sardonici al vostro passaggio. Prenditi un po' di tempo per visitare l’interno del Palazzo, con le sue 90 stanze ancora elegantemente arredate con mobili d'epoca.
Riprendi la tua passeggiata tornando al corso Vittorio Emanuele, per incontrare la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, il cui prospetto su tre ordini evoca gli stili architettonici dorico, ionico e corinzio. Adiacente alla chies, sorge l’annesso convento dei Gesuiti dall’elaborato prospetto, ricchissimo di modanature, riccioli e figure zoomorfe abilmente plasmate nella pietra calcarea. Completa la visita con la bellissima e imponente chiesa di San Domenico, collocata su un alto podio, la cui facciata culmina con le sculture di due fidati guardiani, due cani, simbolo dell’ordine domenicano.
Di fronte alla chiesa troverete il Teatro Comunale, simbolica sede della vivacità culturale di Noto, dedicato a Tina Di Lorenzo. Realizzato nella metà dell’Ottocento, tra paraste decorate da capitelli corinzi e sculture di violini, arpe, trombe e la bellissima allegoria della musica che domina dall’alto tutto il prospetto. Presenta uno stile neoclassico che si scosta dall’omogeneo tessuto barocco della cittadina e ne emerge come un cammeo in una collana di perle preziose.
Passeggiata notturna nel cuore del Barocco siciliano
Passeggiare per Noto sarà una scoperta della bellezza nella sua più pregiata essenza, tra puttini, colonne, capitelli, volute ghirlande e torri campanarie tutte da esplorare e apprezzare alla luce della sera. Percorrendo il corso principale sarai colto da un crescendo di stupore in un concentrato di splendide facciate che si susseguono gareggiando in bellezza. Il Corso si svelerà con tutto il suo fascino in una infinita sequenza di Palazzi, Chiese e Conventi pronti a sorprenderti a ogni passo.
Allora, sei pronto? Indossa il tuo più bell’abito da sera, perché Noto ti aspetta per una festosa passeggiata nel cuore del Barocco siciliano.